Tensionoforesi

TENSIONOFORESI

Ionoforesi al gomito eseguita presso Fisiobaso Centro di fisioterapia a Ciampino
Ionoforesi alla spalla eseguita presso Fisiobaso Centro di fisioterapia a Ciampino
Ionoforesi lombare eseguita presso Fisiobaso Centro di fisioterapia a Ciampino
Tens per distorsione alla caviglia eseguita presso Fisiobaso Centro di fisioterapia a Ciampino
Tens colonna vertebrale eseguita presso Fisiobaso Centro di fisioterapia a Ciampino

1. GENERALITA'


L'elettroterapia usa gli effetti biologici ottenuti dall'energia elettrica a scopo terapeutico e consiste in correnti elettriche che vengono fatte passare attraverso la parte del corpo interessata avendo avuto cura di sceglierle con determinate caratteristiche idonee agli scopi da raggiungere. Si può utilizzare corrente variabile (correnti eccitomotorie), sia con effetto antalgico (correnti diadinamiche e TENS) che con effetto termico oppure corrente continua, potendo in tal caso associare le proprietà di determinati farmaci che possono essere veicolati, attraverso la corrente stessa, nella zona da trattare (ionoforesi).


2. TENS - FUNZIONAMENTO


TENS è l'acronimo di TransCutaneous Electrical Nerve Stimulation (stimolazione elettrica nervosa transcutanea), una tecnica medica complementare, utilizzata soprattutto per controllare alcune condizioni dolorose acute o croniche. La TENS consiste nell'applicazione sulla cute di lievi impulsi elettrici, che attivano fibre nervose di grosso diametro riducendo la percezione del dolore.  L'effetto antalgico della TENS è quindi da attribuire all'inibizione delle afferenze nervose coinvolte nella trasmissione nocicettiva (teoria del controllo a cancello o del gate control). Secondo tale teoria, la percezione del dolore può essere modulata agendo su interneuroni spinali (non dolorifici), che grazie all'inibizione sinaptica agiscono sui neuroni deputati alla trasmissione delle informazioni dolorifiche. La teoria del controllo a cancello spiega la diminuzione della sensazione dolorifica prodotta dalla TENS e descrive come i segnali afferenti al midollo spinale possano influenzare la percezione del dolore. L'effetto terapeutico della TENS è da attribuire anche all'intervento di altri fattori, come la liberazione di neuropeptidi, tra cui le endorfine. La stimolazione elettrica nervosa transcutanea è, quindi, un metodo terapeutico non invasivo, efficace nel ridurre le manifestazioni dolorose causate da una vasta gamma di condizioni, tra cui artrite, mal di schiena, lesioni sportive e dolori mestruali. La TENS è comunemente applicata in ambito fisioterapico e può essere utilizzata anche come trattamento complementare ad altri approcci terapeutici per la gestione del dolore. Da solo, infatti, il metodo presenta meno probabilità di risultare efficace. L'esperienza ha dimostrato che tale metodo è efficace solo per alcuni pazienti e l'esito terapeutico dipende fondamentalmente dalla condizione clinica individuale.


3. TENS - INDICAZIONI


La stimolazione nervosa elettrica transcutanea (TENS) è utilizzata in una varietà di contesti clinici per il trattamento di diverse condizioni associate a dolore acuto e cronico. La TENS è stata valutata in studi scientifici per i seguenti problemi di salute:

•Dolore:diversi studi supportano l'efficacia della TENS per alcuni tipi di dolore; per questo, viene comunemente indicata come terapia fisica complementare nella gestione di una vasta gamma di condizioni acute o croniche.

•Disturbi articolari: la TENS può essere applicata per alleviare vari tipi di disturbi articolari, come l'osteoartrite del ginocchio, la sindrome femoro-rotulea o il dolore all'articolazione temporo-mandibolare. Tuttavia, i benefici a lungo termine non sono ancora chiari.

•Forza muscolare (prestazioni fisiche): la TENS è utilizzata con risultati incoraggianti anche per il recupero dopo l'esercizio fisico, suggerendo potenziali benefici anche in programmi di riabilitazione.

Dismenorrea: diversi studi riportano che la TENS può ridurre il disagio a breve termine in caso di dolori mestruali, diminuendo la necessità di ricorrere a farmaci antidolorifici.

•Disturbi nervosi: la TENS è stata proposta come trattamento per disturbi nervosi, quali emiplegia (paralisi su un lato del corpo) e spasticità nella sclerosi multipla. Il metodo è utilizzato anche per il dolore neuropatico (nevralgia) derivante da bruxismo (digrignamento dei denti) e nelle lesioni del midollo spinale.

•Patologie cardiache: la TENS può essere usata come supporto al trattamento di alcune malattie cardiovascolari, come l'angina e l'ischemia cardiaca. Ulteriori studi sono necessari prima di poter trarre conclusioni circa l'efficacia della TENS in questo settore; pertanto, le persone con cardiopatia dovrebbero consultare un medico per valutare la possibilità di trarre benefici dalla TENS applicata alla propria condizione.

•Dolore del travaglio: l'applicazione della TENS per il dolore del travaglio è controversa. Sebbene siano stati condotti diversi studi, i risultati non sono conclusivi. In particolare, non è chiaro se il passaggio di corrente elettrica possa provocare effetti dannosi sul feto.

•Recupero post-operatorio: la TENS è impiegata per il trattamento del dolore dopo diversi tipi di intervento chirurgico, compresa la cardiochirurgia e quella addominale, polmonare, ginecologica ed ortopedica. Alcuni studi riportano benefici (meno dolore o minore necessità di ricorrere ad una terapia con antidolorifici), mentre altri non riscontrano un evidente miglioramento.

•Lesioni dei tessuti molli: la terapia TENS è usata per il trattamento di lesioni dei tessuti molli, come tendinite e lesioni tendinee. Tuttavia, i risultati sono variabili e sono necessarie ulteriori ricerche.

Alzheimer: una limitata quantità di rapporti di ricerca suggerisce che la TENS possa migliorare alcuni sintomi del morbo di Alzheimer, come l'umore e la memoria.

•Malattie autoimmuni: la TENS può essere applicata anche come trattamento complementare per numerose malattie autoimmuni, tra cui l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante e la sindrome di Sjögren.

•Difficoltà respiratorie: alcune evidenze suggeriscono che la TENS potrebbe essere utile in caso di difficoltà respiratorie, se inserita in associazione ad altre terapie all'interno di un programma riabilitativo per la malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO).

•Depressione: sono disponibili prove limitate che la TENS possa aumentare l'efficacia dei farmaci antidepressivi e supportare efficacemente il trattamento della depressione, in combinazione con adeguate terapie.

•Gastroparesi: uno studio condotto su pazienti con gastroparesi trattati con la stimolazione nervosa elettrica percutanea (PENS) ha riportato effetti positivi. Non è chiaro se questi risultati potrebbero essere riscontrati anche applicando il metodo convenzionale.

•Sclerosi multipla: in un piccolo studio, i pazienti con sclerosi multipla trattati con TENS hanno mostrato una tendenza al miglioramento.

•Riabilitazione post-ictus: alcune prove dimostrano l'utilità della TENS nella riabilitazione a seguito di un ictus. In particolare, questa tecnica può contribuire a migliorare la funzione motoria nei pazienti.

•Disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività (ADHD): Uno studio ha riscontrato un moderato beneficio nei bambini con ADHD.

•Acufene: La TENS può alleviare i sintomi di tinnito (ronzio alle orecchie), soprattutto quando l'acufene non è causato da altre condizioni.

•Obesità: È stata segnalata l'applicazione della terapia per supportare la perdita di peso nei soggetti obesi. Tuttavia, l'evidenza è limitata e l'efficacia della TENS nella perdita di peso rimane poco chiara.

•Stipsi: la TENS è in grado di alleviare la costipazione senza produrre effetti negativi. Tuttavia, esiste una limitata evidenza che questo trattamento sia più efficace rispetto ad altre misure terapeutiche.

Inoltre, alcune ricerche scientifiche suggeriscono come la stimolazione elettrica nervosa transcutanea (TENS) possa migliorare i sintomi associati a:

•dolore da fratture/traumi fisici acuti;

•fibromialgia;

•mal di testa (emicrania, cefalea a grappolo ed alcune forme croniche);

•mal di schiena;

•Nausea;

•neuropatia diabetica periferica (dolore neuropatico);

•sintomi della menopausa;

•herpes zoster (nevralgia post-erpetica);

•incontinenza urinaria,

•vescica iperattiva ed instabilità del detrusore;

•disturbi circolatori e bassa pressione sanguigna;

•atrofia muscolare spinale;

•claudicatio (dolore alle gambe a causa di un'alterazione della circolazione sanguigna);

•sindrome del tunnel carpale;

•malattia di Raynaud;

•gotta;

•parestetica (neuropatia sensoriale caratterizzato da prurito localizzato sulla schiena).


4. IONOFORESI - FUNZIONAMENTO


La ionoforesi (anche dielettrolisi medicamentosa o, raramente, iontoforesi) è una delle diverse tecniche che rientrano nel campo delle elettroterapie. La ionoforesi consiste nella somministrazione di un farmaco per via transcutanea sfruttando una corrente continua che viene prodotta da un’apposita strumentazione. La ionoforesi, nota ormai da molti anni e talvolta definita “iniezione senza ago”, viene sfruttata in diversi campi della medicina. I sostenitori della ionoforesi ritengono che questa tipologia di elettroterapia offra diversi vantaggi; innanzitutto la ionoforesi permetterebbe di introdurre nell’organismo del paziente il medicinale puro, senza bisogno di abbinarlo ad altre sostanze che abbiano il compito di veicolarlo o, eventualmente, tamponarlo; consentirebbe di ottenere gli stessi vantaggi, se non superiori, a quelli ottenibili con farmaci somministrati oralmente o per altre vie, senza arrecare danno alcuno ad altri organi o tessuti; a parte qualche leggerissimo fastidio iniziale, la somministrazione dei farmaci attraverso la ionoforesi è praticamente indolore; la ionoforesi consentirebbe agli ioni che vengono veicolati nell’organismo di legarsi a certe proteine plasmatiche consentendo al farmaco una maggiore sua permanenza in circolo; la gran parte del farmaco, che si lega alle proteine, si accumulerebbe negli interstizi facendo sì che esso si rilasci in modo più lento e prolungato nel tempo; iperpolarizzando le terminazioni nervose, la ionoforesi eleverebbe la soglia di eccitabilità con un conseguente notevole effetto antidolorifico e inoltre, seppure la corrente generata dalla strumentazione sia di intensità minimale, la ionoforesi determinerebbe un lieve aumento del flusso ematico. Di fatto, con la ionoforesi si verrebbe a creare un deposito attivo farmacologicamente che svolgerebbe prima un’azione di tipo locale e poi, dopo la sua mobilizzazione attraverso i circoli ematico e linfatico, un’azione di tipo generale. La ionoforesi si avvale di un apposito generatore di corrente continua a bassa intensità (solitamente si impiegano correnti che oscillano tra 5 e 10 milliampere). Il generatore, dotato di appositi sistemi di controllo, crea un campo elettrico che viene trasmesso tramite due elettrodi, uno positivo e l’altro negativo. Gli elettrodi vengono posizionati sulla cute del soggetto in prossimità della zona che necessita del trattamento farmacologico. Il principio attivo che deve essere veicolato con l’ionoforesi viene posto sull’elettrodo che corrisponde alla sua polarità e che è quello che verrà posizionato nella zona che necessita di trattamento, mentre l’altro verrà posizionato nelle vicinanze.


5. IONOFORESI - INDICAZIONI


La ionoforesi medicamentosa è indicata nel trattamento di patologie che interessano strutture superficiali e prive di abbondante rivestimento di tessuto muscolare ed adiposo. E' efficace nelle patologie dei tessuti periarticolari e delle articolazioni non profonde (gomito, polso, mano, ginocchio, tibio-tarsica). Numerose sono le affezioni che possono essere trattate con la ionoforesi perché, a seconda del farmaco utilizzato, questa tecnica può svolgere un'azione antalgica, antinfiammatoria, antiedemigena, miorilassante, ricalcificante e sclerolitica. Alcuni fra i farmaci più utilizzati in ionoforesi sono l’acetilsalicilato di lisina (polarità negativa), il baclofene (polarità positiva), la benzidamina cloridrato (bipolare), il dantrolene (polarità positiva), il diclofenac sodico (polarità negativa), il fenilbutazone (polarità positiva), il flumetasone (polarità negativa), il glicole salicilato (polarità positiva), l’idrocortisone (polarità positiva), l’indometacina sale di glumina (polarità negativa), il ketoprofene (polarità negativa), il metile nicotinato (polarità positiva), la novocaina (polarità positiva), le vitamine B1 e B2 (polarità positiva), la benzidamina (polarità positiva) e la carbaina (polarità positiva). E’ fondamentale che la zona di applicazione sia priva di lesioni poiché il paziente potrebbe riportare un’ustione più o meno importante. La ionoforesi è, come detto, una tecnica terapeutica sostanzialmente indolore, ma, inizialmente, si potrà avvertire una leggera sensazione di calore, mentre in seguito si avvertirà generalmente un po’ di pizzicore. La durata di una seduta di ionoforesi è di almeno 25 minuti-30 minuti.


6. CONTROINDICAZIONI


La TENS e la ionoforesi sono ben tollerate e sicure. Tuttavia, alcuni pazienti non possono ricorrere a queste opzioni terapeutiche. In particolare in presenza di:

•pace-maker,

•impianti cardio-defibrillatori,

•protesi metalliche,

•spirale intrauterina metallica,

•lesioni cutanee (abrasioni, dermatiti, ferite),

•ipoestesia cutanea,

•polineuropatie,

•aritmia cardiaca,

•epilessia,

•stato di gravidanza.