Tecarterapia

TECARTERAPIA

Tecarterapia cervico dorsale
Tecarterapia al ginocchio
Tecarterapia al quadricipide
Tecarterapia per epicondilite a paziente donna

1. GENERALITA'


La Tecarterapia è una terapia che sfrutta il principio elettrico del condensatore per curare molti disturbi muscolo scheletrici. Il nome dell’apparato elettromedicale utilizzato, Tecar, è l’acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo e (And) Resistivo. Nella pratica si appoggia un elettrodo passivo, “piastra”, a contatto con il corpo del paziente, poi si lavora con un secondo elettrodo sulla zona da trattare. Quello “attivo” può essere guidato manualmente dal fisioterapista oppure fissato al tessuto patologico del paziente. In base alla patologia, si deciderà se utilizzare il circuito resistivo o quello capacitivo oppure entrambi. Applicando una differenza di potenziale elettrico tra due punti, si forma una corrente, per questo è necessaria la piastra passiva.


2. FUNZIONAMENTO


La corrente non passa per contatto diretto, come si può immaginare, ma si presenta grazie a un movimento di attrazione e repulsione delle cariche ioniche naturali presenti nel corpo umano. A livello microscopico la cellula è come una pila elettrica, all’interno della membrana ha una carica negativa, mentre all’esterno ha una carica positiva. La Tecar, quindi, sfrutta l’effetto del condensatore sul corpo umano, induce nel tessuto delle correnti di “spostamento” prodotte da un movimento alternato di cariche elettriche tramite ioni (molecole con una carica positiva o negativa). La tecarterapia consiste allora sostanzialmente in un'attivazione energetica del corpo del soggetto. L'innovazione è data dal fatto che mentre in altre terapie l'energia viene trasferita al paziente dall'esterno, durante la tecarterapia viene stimolata energia direttamente dall'interno del tessuto muscolare. La stimolazione che se ne ricava lavora a livello cellulare, riattivando la circolazione sanguigna e innalzando considerevolmente il livello di temperatura corporeo. I meccanismi fisiologici di recupero vengono così immediatamente innescati. Il flusso positivo di energia originato aiuta a riparare le lesioni o pulisce dai problemi legati alle infiammazioni o ai versamenti che possono essere successivi a un trauma o a consuetudini posturali sbagliate. Un altro effetto che la macchina può produrre è l’iperemia, cioè l’aumento del flusso sanguineo nei tessuti che si stanno trattando, utile soprattutto per sbloccare le articolazioni rigide dopo una lunga immobilizzazione, una contrattura, uno strappo muscolare. La temperatura più alta all’interno della cellula, inoltre, comporta un aumento del metabolismo, cioè un maggior afflusso di sostanze nutritizie e ossigeno all’interno e un’uscita di cataboliti (sostanze di scarto) all’esterno. Il calore generato, come già detto, è di provenienza endogena: è la conseguenza della resistenza del tessuto allo spostamento di ioni (atomi con carica positiva o negativa) nella cellula, causato dall’effetto condensatore della Tecar. L’alta frequenza della corrente erogata permette al tessuto corporeo di scaldarsi in profondità, anche senza contrarre i muscoli, come avviene invece con l’elettroterapia (Tens, Correnti di Kotz). A livello vascolare agisce riequilibrando la permeabilità dei capillari e delle membrane cellulari, inoltre stimola la liberazione delle stazioni linfonodali sovraccaricate per le scorie. Quando si utilizza l’elettrodo resistivo si produce un effetto maggiore nei tessuti con una minor concentrazione di acqua: ossa, tendini, tessuto adiposo e guaina del muscolo. L’elettrodo capacitivo agisce sui tessuti molli ad alto contenuto di acqua: muscoli e vasi sanguigni. In sintesi essa svolge un’immediata ed efficace azione analgesica che avviene agendo sulle terminazioni nervose, un’azione drenante dei tessuti e una stimolazione funzionale del circolo periferico attraverso l’incremento della temperatura endogena. Di solito non si tratta mai di una sola seduta ma di un percorso, spesso associato al suggerimento di esecuzione di alcuni esercizi di isometrica e di allungamento muscolare. La durata del trattamento dipende dalla patologia, mediamente si aggira intorno ai 30 minuti, ma può raggiungere anche un’ora se si agisce su un evento acuto. Generalmente, il paziente non sente niente durante la seduta, ma in certi casi è necessario alzare il livello di potenza per creare un effetto termico.


3. INDICAZIONI


Tra gli ambiti applicativi della tecarterapia ci sono le patologie osteoarticolari acute e quelle di tipo cronico. Si rivela dunque utile in casi di:

•distorsioni,

•lesioni muscolari,

•dolori muscolari,

•stiramenti,

•contusioni,

•lombalgie,

•mal di schiena,

•lesioni tendinee,

•tendiniti,

•borsiti,

•esiti di traumi ossei e legamentosi,

•distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti,

•artralgie croniche di varia eziologia.

Viene anche impiegata in casi di osteoporosi e in ambito riabilitativo post chirurgico.



4. CONTROINDICAZIONI


Rappresentano controindicazioni alla somministrazione della terapia

•lo stato di gravidanza,

•la presenza di arteriopatie scompensate,

•neoplasie maligne,

•pace-maker,

•parestesia nella zona trattata.